di Benedetta Crispi
Dal 30 Maggio 2021, giorno in cui è stato inaugurato, il volto di Marcello Torre guarda la sua città dalle spalle dell’Auditorium Sant’Alfonso Maria de Liguori: è il murales di Jorit, che raffigura il sindaco di Pagani ucciso dalla camorra negli anni ’80.
Nato il 9 giugno 1932, Marcello ha svolto la maggior parte dei suoi incarichi proprio a Pagani, la sua città, quella per cui si è battuto tanto da morire per renderla libera e civile. Un sogno, il suo, a cui è rimasto attaccato senza vacillare nemmeno quando è stata la terra stessa a tremare. Nel novembre 1980, quando il terremoto ha distrutto le case e le vite delle persone. E Marcello non ha voluto aggiungere altra sofferenza. Ha provato a ‘’correggere‘’, anzi a fermare i business delle organizzazioni mafiose che si stavano venendo a creare nel post-terremoto. Per la lotta che aveva intrapreso sapeva di rischiare la vita, di poter morire. Così, il 30 maggio 1980, scrive una lettera-testamento indirizzata alla famiglia, e alla famiglia più grande che per lui era Pagani, chiedendo che il suo sogno di legalità non andasse perduto.
Proprio quella lettera fa da sfondo al murales, l’opera realizzata dall’artista di fama internazionale Jorit, voluta e finanziata dalla stessa famiglia Torre e dal Presidio di Libera a Pagani Antonio Esposito Ferraioli, un’altra vittima paganese della camorra.
Libera ha seguito la realizzazione dell’evento, come fa da quando è nata nel 1995 come rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti e gruppi, scuole, sindacati, diocesi e parrocchie coinvolti in un impegno non solo contro le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma anche per la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza, per una memoria viva e condivisa.
Federico Esposito, esponente del Presidio di Libera a Pagani, da noi intervistato il giorno dell’inaugurazione, ci ha spiegato le motivazioni che stanno dietro la realizzazione del murales e il suo significato, raccontandoci che ciò che si vuole trasmettere con l’imponente figura di Marcello su una strada trafficata non serve solo a non dimenticare la persona che è stata, ma soprattutto a non dimenticarsi della lotta che ha intrapreso per la legalità, per il suo sogno di una Pagani libera e civile, e a continuare senza fermarsi.
Ai giovani chiediamo di non rimanere in silenzio davanti a ciò che non va, alle ingiustizie, alle scorrettezze, non solo quelle che avvengono nei nostri confronti, ma anche di chi ci sta intorno, per difendere il luogo in cui viviamo.
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