La Spagna ha costruito muri alti 20 metri, piazzato filo spinato, posto barriere subacquee e, di solito, la collaborazione della polizia marocchina basta a evitare infiltrazioni. Lunedì e martedì, 17 e 18 maggio, no. Improvvisamente migliaia di migranti dal Mali, dal Niger, dal Senegal, ma anche tantissimi marocchini sono partiti a nuoto per aggirare le barriere che si spingono nel mare per decine di metri.
Ci sono state scene strazianti e altre più degne. Qualche blindato militare di Madrid è arrivato sulla sabbia scaricando soldati in giubbotto antiproiettile, elmetto e manganello. Alcuni migranti erano sfiniti e sono stati soccorsi. Tra loro un neonato. I minorenni sono stati separati. La maggior parte però è stata tenuta con i piedi in acqua per evitare che, anche simbolicamente, toccassero il suolo europeo. A sera meno della metà degli 8mila era già stata espulsa verso il Marocco in base ad un accordo in vigore. Gli altri, tranne i minori, dovrebbero essere stati mandati indietro nei giorni successivi, o lo saranno. Nella notte un migrante è morto annegato. Quest’ondata arriva al culmine di una crisi diplomatica tra Spagna e Marocco che dura da mesi.
Abbiamo il dovere, quantomeno, di sensibilizzare su questo tema così importante e attuale. Ascolta i podcast delle nostre puntate su 1530 per saperne di più.